Descrizione
La zona di produzione del Falerio Dei colli ascolani Doc è notoriamente povera di vitigni a prevalenza di nota aromatica, come nel restante territorio regionale. I vitigni bianchi più diffusi, infatti, sono il Trebbiano Toscano e autoctoni quali la Passerina e il Pecorino, tutti vitigni carenti di nota aromatica. Rio Maggio ha puntato su vini che valorizzano proprio la loro tipicità piuttosto che vini riconoscibili per la loro nota aromatica. L’esempio ne è il Telusiano, una selezione di uve autoctone, per il quale l’azienda profonde una particolare cura sia nella scelta in vigna delle uve, che nella raccolta a cassetta (max 20 Kg), sia nella fase di pressatura soffice delle uve che nella selezione dei mosti (Mosto Fiore). La particolare attenzione che si dedica alle uve, sia in fase di raccolta che in lavorazione, ha lo scopo di ottenere un vino con particolare finezza e denso di note tipiche del territorio.
Il nome di questo vino ha origini lontane ed è preso dall’antico nome della zona a ridosso delle attuali tenute Rio Maggio. All’epoca dei primi insediamenti (età di Nerva 96-98 d.C.) la zona si chiamava appunto Telusiano, oggi conosciuta col nome di Monte San Giusto. La chiesa del paese, di origine romanica, porta il nome di Santa Maria della Pietà in Telusiano, e in essa si può ammirare la grandiosa pala della Crocifissione, capolavoro di Lorenzo Lotto, che per questa solenne opera fu pagato in fiorini e in olio di olive ascolane.